Archive for ottobre, 2014

30 ottobre 2014

Nel nostro Blog abbiamo un nuovo collaboratore: Stefano Sgobbio delegato storico del coordinamento nazionale FIOM-ITALTEL

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Matteo RENZI: il futuro che arretra.
Tra le tante castronerie che “il nuovo uomo della provvidenza italiano” Matteo Renzi ha pronunciato alla Leopolda di Firenze domenica scorsa, c’è stata quella di dire che in Italia il tempo del posto fisso non c’è più.
Ebbene, forse lui sicuramente non lo sa, ma questa cazzata fu detta già nel 1999, cioè quindici anni fa, da Massimo D’Alema quando era Presidente del Consiglio.
In pratica lui che si ritiene il nuovo ha riverberato una fesseria  di quello che lui ha rottamato perchè, a suo parere, vecchio e superato.

Quando si è in presenza di una disoccupazione del 12% e quando 1 ragazzo su 2 è disoccupato (tra i giovani la disoccupazione è arrivata al 44%), dire che il tempo del posto fisso è superato è una emerita stronzata, perchè questa affermazione potrebbe avere una sua giustificazione in un mercato del lavoro dove perso un posto di lavoro se ne può trovare un altro e non con gli indici di disoccupazione esistenti oggi in Italia.

Questo bullo fiorentino, arrogante e presuntuoso, non perde occasione per attaccare e dileggiare il Sindacato che secondo lui è obsoleto e superato dalla modernità, che secondo lui si misura col fatto di passare la giornata a trastullarsi con il cellulare o tablet.

Questo poveretto forse non sa che mentre lui giocava alla ruota della fortuna e faceva il boy-scaut, in quegli anni in Italia c’era gente, come i lavoratori dell’Italtel, della Olivetti, etc, che questi strumenti li progettava e li produceva e li installava.

Cioè lavoratori che hanno gestito un processo industriale passando dalla elettromeccanica all’elettronica e al digitale, mettendosi in gioco e riconvertendosi attraverso una formazione professionale continua.

Questo è stato il Sindacato che lui sbeffeggia dicendo che vorrebbero mettere il gettone nell’ i-phon.

Prima o poi qualcuno si dovrà pur chiedere come mai alla fine del secolo scorso, mentre nel mondo si verificava il massimo  sviluppo di Internet e della telefonia cellulare, in Italia i Gruppi Dirigenti (Politica e Imprenditori) di questo paese abbiano  permesso che aziende come ITALTEL e OLIVETTI, dotate di knou-how e competenze mondiali e che questi prodotti li producevano, siano state prima penalizzate e privatizzate e successivamente svendute all’estero.

Durante le lunghe lotte che noi lavoratori dell’Italtel abbiamo fatto per difendere la nostra azienda ed il settore delle TLC, dicevamo che l’Italia rischiava di diventare un supermarket dove si sarebbero venduti prodotti che non si sarebbero più fatti nel nostro paese.
Questa, purtroppo, è la situazione esistente oggi in Italia.
Dal Governo e dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi ci aspettiamo risposte e atti concreti, a partire da una seria Politica Industriale, che possa dare un futuro alle nuove generazioni, altro che le castromerie dei selfie e delle secchiate d’acqua.
Stefano Sgobbio

28 ottobre 2014

NOI C’eravamo

 

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Sabato 26 ottobre 2014, manifestazione della CGIL.

“Allora ci vediamo alle 9.30 davanti alla chiesa di piazza della Repubblica”.. (a Roma è piazza Esedra…ovvio). Dopo tanto tempo si ritorna in piazza, si ritorna a far sentire la nostra voce, a far vedere che siamo vivi e non siamo figurine. Vogliamo farci vedere, con la speranza di essere in tanti, dei nostri ex amici e colleghi; ma tanti, soprattutto, di lavoratori e pensionati da tutta Italia. Speranza ripagata dal milione e passa di manifestanti e dalla ventina di NOI. La gioia di rivederci, la felicità di esserci ancora una volta, con la convinzione forte che “chi lotta   può perdere, ma chi non lotta ha già perso”, così ci ricorda il compagno Ché e così ci dice uno striscione del lungo corteo.

Abbiamo sentito voci di lotta e di protesta da tutta Italia, abbiamo sentito le urla e la disperazione di chi ha perso il lavoro e di chi non lo trova più. Abbiamo visto giovani cantare la speranza del futuro, immigrati con la voglia di farcela. Abbiamo respirato la vita, pur dura che sia. Abbiamo gridato forte che non c’è dignità senza lavoro e che dignità e lavoro sono facce della stessa medaglia, inscindibili… a qualunque prezzo. Per molti di noi è stato un po’ difficile decidere di andare, ma abbiamo creduto e crediamo che far sentire la nostra voce non è mai inutile, anche a un governo che è un po’ di sinistra…poco. Siamo stati come pesciolini nell’acquario, quando ci siamo ritrovati in quel mare di bandiere rosse e di coraggio.

E’ stata una lunga bellissima camminata, per molti difficile visti i vari acciacchi che ci accomunano. Un pensiero va anche a chi non c’era, alla occasione persa per chi si rinchiude nel piccolo mondo del disinteresse e dell’abulia, e anche del menefreghismo. Ci siamo guardati in faccia dicendoci che sì, valeva la pena esserci, valeva la pena aver voluto sventolare le nostre bandiere rosse ancora una volta. Alla fine del percorso ci siamo salutati, con affetto e commozione… sì, ci siamo ancora.. siamo stati ancora presenti quando c’è stato da far sentire le nostre voci.. e con un arrivederci alle prossime volte: quando ci sarà da dimostrare che siamo sempre pronti e che siamo ancora il meglio che c’è in circolazione. Un abbraccio a tutti.

Come sempre per il servizio fotografico vi rimandiamo alla galleria

 

28 ottobre 2014

Dopo la manifestazione Vito si foga

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La nostra politica

Quando la Politica non esercita il proprio ruolo, ci si chiede come cambiare il sistema in un paese democratico. A dirla così la cosa sembrerebbe semplice, alle future votazioni si cambia. Purtroppo non è per niente così perché i grandi poteri che hanno attuato questa democrazia, per salvare i propri interessi hanno talmente complicato le cose che a stento si riesce a capire dove vogliono arrivare. Partendo dal fatto che hanno portato il costo della Politica alle stelle, già questo fa capire quanto possa interessare loro l’andamento di una nazione, però guarda caso, nel momento in cui il problema emerge, la colpa è attribuita ai lavoratori perché ancora intendono rispettare i contratti stipulati. Non voglio essere tentato di pensare il contrario, cioè che i lavoratori pretendessero di non rispettare quanto concordato e loro in un modo democratico accettassero la situazione. Logicamente questa è soltanto utopia perché una cosa del genere farebbe scandalo a non finire e avrebbero non solo il coltello dalla parte del manico ma bensì tutti i mezzi di repressione. La stranezza invece è che questi signori stanno facendo anche peggio e nessuno deve permettersi di contrastarli. Hanno sfruttato al massimo la manodopera per portare la nazione a certi livelli, con guadagni più o meno leciti e adesso vogliono togliere tutto ciò che a loro torna scomodo. La cosa che non riescono a digerire è la ricchezza distribuita dove apparentemente potremmo essere tutti uguali, cioè permetterci quello che secondo loro è riservato soltanto a un certo ceto sociale. Personalmente posso dire che mi è capitato di sentire che diamo fastidio anche andando soltanto al teatro oppure a qualche concerto. Allora in questi casi, per salvare come si suol dire la faccia, la cosa più semplice da attuare è portare il Paese alla povertà in modo di gestire meglio e continuare indisturbati a mantenere i propri privilegi. Abbiamo un debito pubblico da paura e continuano a dire che l’Italia ce la farà, in Europa abbiamo due esami a settimana e, se va male il primo, al secondo ci dicono che stiamo andando bene. Insomma a chi dobbiamo credere e soprattutto a chi dobbiamo dare fiducia. I nostri politici, debbono rendere conto del proprio operato non agli elettori ma bensì alle grandi multinazionali, cioè a quelli che vogliono questi personaggi al potere. Sicuramente guadagni così elevati al di fuori della politica non ci potrebbero essere per questi signori ed allora preferiscono prestare questo servizio con il consenso degli elettori. In tutto questo scenario, Berlusconi non lo vogliono perché dicono che è un tipo instabile in quanto non avendo bisogno di guadagni come gli altri, non può essere attendibile. Insomma per loro è come un cane sciolto. Nel Parlamento e nel Senato ci dovrebbero essere soltanto gli eletti ( che sono tanti e troppi) e invece ci troviamo tutti, segretari, sottosegretari, esponenti di partiti, rappresentanti sindacali, riciclati ecc. ecc. ma non possiamo ancora sostenerli, chi paga. La piaga sociale dicono che non è questa, sono i lavoratori che non fanno quello che la politica chiede. Ci rendiamo conto a che punto siamo arrivati, o meglio dove andremo a finire, ce lo vogliamo chiedere e assumerci le nostre responsabilità. Facciamolo per i nostri figli, nipoti, cacciamoli via tutti altrimenti entriamo in un tunnel dove non vi è nessuna uscita.   

 

17 ottobre 2014

Una giornata indimenticabile

 

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Venerdì, festa di compleanno.

 Giorni fa, Giovanni Settebellezze e Luciano Cartellino Rosso, hanno invitato Alberto Bio e me, a partecipare come  “Nonni Italtel” alla festa di compleanno di uno dei numerosi bambini, trattenuti con le loro mamme, nel carcere di Rebibbia.

Sembrava che fossi fuori le mura di un fortino nel deserto, a quell’ora non passava nessuno, aspettavo e guardavo discretamente in giro, poi finalmente, a cavallo di un motorino, coperto da un casco integrale da cui spuntavano tanto di baffi e sorriso smagliante, mi è passato davanti Bio allontanandosi. Il cancello da cui entrare era duecento metri più avanti.

Giovanni ha controllato che avessimo i documenti a posto, consigliandoci di lasciare i telefonini in automobile. Una volta spalancato il pesantissimo portone d’acciaio siamo entrati con buste di regali, bibite, pizza, pizzette e torta di compleanno. Il carattere gioviale di Bio e Giovanni, mi ha aiutato a superare l’imbarazzo iniziale che provo sempre di fronte a persone che non conosco. Dopo appena un minuto Alberto stava già con un bambino in braccio, mentre Luciano giocava con un piccolino e Giovanni  era preso con fogli da firmare per le liberatorie. Così ho pensato bene di mettermi ad apparecchiare i piccoli tavoli. La festa è partita così, come in ogni compleanno di bambini, con i più piccolini in braccio alle mamme e gli altri a scorrazzare per la stanza. A rompere il mio riserbo ci ha pensato uno di loro, venendomi sotto mi ha allungato le braccia per essere preso, ero o non ero un nonno Italtel? L’ho tirato su a fatica, fra tutti quanti era il più pesante, forse 15 forse 20 chili, l’ho spostato su di un fianco per via di una mia ernia del disco. La mamma ci ha poi fotografato e rivedendo oggi il mio sorriso ho ricordato anche il momento di gioia provato. Solo dopo cinque minuti, ho sussurrato a Bio: “Albe’ prendilo tu che pesa troppo…mi fa male la schiena”  Alberto l’ha fatto subito volare.

Tutto si è concluso con il taglio della torta e l’immancabile “Tanti auguri a te” con la consegna dei regali. Insieme alle Mamme un rapido riordino della stanza, un saluto corale e in un attimo, noi fuori e baby dentro… Mah!?

Tutto questo in un carcere di massima sicurezza, all’interno di una stanzone adibito esclusivamente a zona per le feste dei bambini e delle loro madri, non so se vi rendete conto di che cosa, i nostri due ex colleghi sono stati capaci di organizzare e noi con la nostra partecipazione alle spese ci sentiamo orgogliosi di tutto questo.

Saluti da Nonno Eugenio e Nonno Bio 

Il resto delle foto nella galleria fotografica

Commenti

Come al solito Eugenio e’ stato molto carino a commentare la giornata a Rebibbia, e’ stata molto toccante anche se noi avevamo gia avuto un’esperieza ma mai cosi diretta un abbraccio a tutti i Nonni Italtel usaluto a Giovanni,  Luciano e a tutti quanti da BIO

11 ottobre 2014

…..in Pretura 4 (10/10/2014)

 

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Un giorno di ordinaria normalità.

Da attenti cronisti e notai dello svolgersi del tema GIUSTIZIA, annotiamo e raccontiamo quello che a prima vista sembrerebbe il sogno di un visionario utopista, il sogno sempre sognato, quello che vorremmo succedesse sempre e quasi mai accade: vi raccontiamo, oggi, 10 ottobre, una mattina al Tribunale di Roma.

Ci vediamo, come al solito presto, sotto casa, prendiamo la metro e scendiamo a Lepanto, la fermata che ti catapulta direttamente nella bolgia del girone del Tribunale. Oggi per assistere il nostro Renato, nello scontro contro l’INPS, c’è tutto lo staff al completo: il dott. Roberto Sip, consulente giuridico; Riccardo lo Smilzo,  consulente sindacale; Roberto Collini, consulente matematico-finanziario; padre Eugenio, consulente esperto esoterico e filosofico. Inquadrati e coperti, decisi e compatti ci dirigiamo con passo fermo verso la battaglia di oggi. Arriviamo al piano dove c’è l’aula che ci interessa e troviamo le prime sorprese: l’avvocato dello studio è già là che ci aspetta e dice: “come mai avete fatto tardi? È un quarto d’ora che vi aspetto!!” Wow… e che è successo!! Guardiamo l’ora e vediamo che siamo come al solito in anticipo!! Ci guardiamo intorno e ci saranno una decina di persone in tutto, la metà delle quali siamo noi, la pace e il silenzio regnano sovrani…Chiediamo all’avvocato: “ma abbiamo sbagliato ufficio? L’ora? Il giorno?” “no no tutto a posto” risponde serafico e tranquillo l’avvocato. Tempo 5 minuti e il giudice  chiama e l’avvocato entra! Ma come non dobbiamo fare l’assalto all’arma bianca per trovare posizione, per trovare il fascicolo, per farci ascoltare, per capire qualche parola!!!! Ci guardiamo in faccia increduli e sorpresi e, neanche il tempo di commentare, che esce l’avvocato e ci informa che il giudice ha letto già l’incartamento e che OGGI POMERIGGIO emetterà sentenza!! No, non è possibile…e noi, mo con chi ce la prendiamo, con chi smadonniamo! Silenziosi, delusi, quasi avviliti ma molto speranzosi sull’esito positivo della causa, ce ne andiamo. Solito caffè solita passeggiata e solito arrivederci alla prossima causa. Chissà cos’altro ci aspetterà…

 

11 ottobre 2014

….in Pretura 3 (9/10/2014)

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Ancora in Pretura.

Altro giorno, altra causa, altro Tribunale.
La nostra avventura nel rutilante mondo della GIUSTIZIA continua… vediamo oggi cosa troveremo.
Giovedì 9 ottobre la nostra destinazione sarà Veliternum, la Velletri dei nostri avi romani.
Solita partenza a una un’ora comoda…alle 7,15… è meglio partire per tempo… sai, il traffico, non si può mai sapere. Siamo così a Velletri con il nostro Pino, per la sua causa scadenzata alle 9,30 insieme ad altre 37, come al solito…ma ormai ci siamo abituati.
La sede del Tribunale del Lavoro di Velletri è in dei locali, costruiti per essere dei garage o dei box, poiché sono al piano seminterrato di un palazzo di civile abitazione. Anche questa volta non conosciamo il nostro avvocato, quindi elaboriamo la solita strategia per trovarlo, cominciamo, cioè, a gridare il nome del nostro presunto difensore. Dopo un po’ di tempo eccolo, anzi eccola: è un’avvocatessa. Arriva trafelata e ci dice di avere pazienza perché oggi ha altre 4 cause nel Tribunale…detto questo scompare, senza che abbiamo il tempo di dire niente. Ogni tanto ricompare trafelata, parla con l’avvocato dell’INPS, una parola a noi e riscompare. La giudice di oggi è una vera stakanovista, un po’ diversa dalle altre: dice che le cause saranno tutte esaminate. Cavolo!!! vuol dire che ci sarà molto da aspettare. L’attesa si consuma, come al solito, con lo stesso spettacolo di sempre: gli avvocati tutti schierati di fronte a lei, in attesa di un cenno, di una parola, frementi e con la speranza di essere i prossimi. Naturalmente la nostra avvocata ogni tanto ricompare… dice qualcosa e se ne va… Il tempo trascorre lento e le nostre prostate fanno sentire le loro giuste pretese… così ci rechiamo alla ricerca dei bagni. Bagni!!! Ma che dico, CESSI, cessi che al loro cospetto quelli di S. Maria in Via erano delle sale da pranzo, dei salotti buoni!!! Le scritte sui muri ci facevano ricordare tutte le varianti dei generi sessuali…numeri di telefono e messaggi di gay, prostitute, transessuali, lesbiche, transgender…non c’era un centimetro libero!!! cosicché distratti da quello che leggevamo la mira era alquanto difettosa… con le scarpe un po’ umide rientriamo e aspettiamo. Alle ore 13,15 la nostra avvocata ci comunica che per il sor Pino ci sarà il solito rinvio con note al 19 novembre. Anche questa è finita. Usciamo…caffè, passeggiata, saluti e baci… ci rivediamo per la prossima puntata, che dovrebbe essere a Roma.
 

 

3 ottobre 2014

… in Pretura 2

Pretura 2

Ancora in Pretura.(3/10/2014)

Beh, ormai ci abbiamo preso gusto. Anche stamane abbiamo voluto trascorrere alcune ore liete e spensierate in quel posto ameno e rilassante che è il Tribunale di Tivoli. L’occasione è sempre al stessa: assistenza materiale, spirituale e psicologica ai nostri colleghi che vanno a battagliare contro l’INPS. Oggi tocca ad Alberto. Stamane eravamo più rilassati: già sapevamo il numero del R.G., sapevamo il nome dell’avvocato che ci doveva assistere e che forse era proprio lui, e non il sostituto. Grande!!! Arriviamo per tempo (da bravi pensionati 1 ora prima…), andiamo a vedere se la causa è in discussione: ebbene si, c’è. Sarà stata rimandata? No, non è stata rimandata…wow….e che è successo! Aspettiamo di incontrare il nostro difensore e dopo un po’ arriva. Bene, oggi sta andando tutto bene. Ormai non ci meravigliano più per la folla di avvocati e convenuti in attesa, sorridiamo alle ondate ricorrenti di avvocati che si precipitano speranzosi nella stanza del giudice (uomo, stavolta…) per poi uscirne cacciati, questa volta, dall’inflessibile giudice che poi chiude la porta. Bene bene. Vediamo una ragazzetta che si aggira tra gli avvocati parlando con molti di loro e pure con il nostro: accidenti s’è portata pure l’aiuto!!! Benissimo!!! Calmi e rilassati aspettiamo il nostro turno. Eccoci! Finalmente siamo chiamati. Entra il nostro avvocato e anche noi: e così scopriamo che la dolce ragazzetta che credevamo essere l’aiuto del nostro avvocato è in realtà l’avvocato dell’INPS, che appena davanti al giudice spara a zero sulla bontà ed esattezza della causa (è il suo mestiere…mortacci…). Enuncia tutte le eccezioni che oppone l’INPS, a dimostrare l’infondatezza della richiesta e poi si tace. Il giudice legge con attenzione somma 3 righe di tutto l’incartamento e decide: ci vediamo alla fine di ottobre… non di questo, ma del prossimo anno!!! L’avvocato dell’INPS precisa: “scusi signor giudice, a che ora?” Preciso nostro onore dichiara: “alle 9,15…precise…mi raccomando”. Perplessi e frastornati ce ne torniamo. E’ solo un anno, passerà presto…si si… passerà presto.

Commenti

Vi ringrazio  sia per il tempismo (quasi in tempo reale sul BLOG,  altrettanto però non si può dire  per la magistratura  che  emetterà la  sentenza ,credo sia, fra  un  anno  circa) che per l’apporto  tecnico  e  morale, che in mezzo  a quel  marasma non credo che  sarei  riuscita  a farcela.
P.S. quella ragazzetta  era l’avvocato dell’INPS?, credevo fosse il portaborse del nostro avvocato….. va bè ciao grazie a tutti a presto     Alberto

 

2 ottobre 2014

A proposito di Ucraina

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Abbiamo oggi un lungo intervento di Pasquale i” Er Carbonaro” sulla Ucraina, per Pasquale, vista la sua preparazione  e la voglia di scrivere, apriamo una nuova rubrica, “La nota politica”, che una volta era il pezzo più interessante di tutto il giornale. Un ben venuto al Carbonaro, che find’ora si era limitato a dei brevi commenti, e buona lettura ai naviganti.

Il seguito, come per le altre rubriche, lo  trovate nella sua cartella dedicata.

Ciao Roby,
mi ero messo di buona lena, in illo tempore, ad elucubrare sull’Ukraina. Ma poi, per diversi motivi, non ho potuto continuare; anche perché travolto dal precipitare degli eventi. Tuttavia t’ invio la prima parte di alcune mie “elucubrazioni”. In futuro cercherò di essere più stringato e conciso. Un fraterno Abbraccio
Er  Carbonaro

A PROPOSITO DI
UCRAINA !!!!

E’ certa una cosa. Uno tra i più crudeli sterminatori nei campi di concentramento nazisti di Treblinka e di Sobibor, era Ukraino e si chiamava Demjanjuk. E’ morto il Marzo scorso ” Ivan il Terribile”, così era soprannominato, l’infame. All’inferno i demoni fanno festa. Tutti gli Ukraini sono nazisti? certamente no. Ma tanti, certamente sì. Un’altra cosa certa è che quando i nazisti invasero la Russia, in Ukraina si arruolarono volontari, nelle SS e nella Wermacth,  a decine e decine  di migliaia, così come in Estonia, e in Norvegia. Non è un caso che a piazza Maidan, a Kiev, si sia consumato il più ignobile” Colpo di Stato.”

2 ottobre 2014

Un giorno in pretura (30/9/2014)

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Un giorno in pretura. Ovvero un giorno di ordinaria follia.

Forse è esagerato dire follia, ma certo girare per aule di tribunali come stiamo facendo ultimamente per seguire, e essere vicini, ai colleghi nelle cause contro l’INPS, ci ha fatto conoscere un mondo caotico, schizofrenico, brulicante di avvocati, convenuti, cancellieri, uscieri, giudici (quasi sempre donne): il mondo della GIUSTIZIA. Così ieri, 30 settembre 2014, il nostro tour ci ha portato a Tivoli, per assistere uno dei tanti colleghi (Tonino) in lotta contro l’INPS. L’appuntamento per discutere la causa è alle 9.30, presso il giudice Rossi (nome di fantasia), che però sarà sostituito dal giudice Bianchi (o forse Neri…forse….). Ci siamo subito accorti che eravamo in buona compagnia: insieme alla nostra, infatti, c’erano altre 98 cause da discutere, tutte alle 9,30. Per sapere se era in calendario la causa nostro collega, volevamo consultare l’elenco delle cause da discutere, ma c’era solo il numero di ruolo giudiziario e noi non l’avevamo. Però basta chiamare l’ufficio dei nostri avvocati per saperlo. Non riusciamo a chiamare per motivi sconosciuti (la rete non c’è…la rete non è connessa…non è disponibile…), decidiamo di chiamarlo sul cellulare, chiama lui lo studio e ci fornisce il numero di ruolo per la ricerca. Appurato che eravamo in lista cerchiamo a voce alta l’avvocato (non conoscendolo personalmente) si avvicina un ragazzo Rumeno dicendoci che anche lui lo stava aspettando ma che non sarebbe venuto e avrebbe mandato un sostituto di cui non conosceva il nome. Avvisiamo di questo il nostro studio e neanche loro erano stati avvisati della sostituzione. La pazienza comincia a vacillare… Ritorniamo presso l’aula proprio nel momento in cui il giudice apre la porta dell’aula delle udienze…un’orda di avvocati, clienti e perdigiorno entra tutta insieme in quello stanzone 7×4, chiuso a metà dalla scrivania della giudice, che per sua fortuna si è ricavato un minimo spazio funzionale. Tutti si avventano su un piccolo tavolo stracolmo di fascicoli alla disperata ricerca di quello che interessa loro e che sarà dibattuto. Farsi largo tra questi avvocati è mission impossible!! Aspettiamo prima o poi troveremo il nostro avvocato. Ogni tanto qualcuno esce dall’aula e grida il nome di un avvocato… (così come facevamo noi con il nome primo avvocato) sperando in un miracolo! Qualcuno si precipita dentro travolgendo tutto e tutti perché finalmente è arrivato alla meta, all’agognato risultato…. Ma qual è sto risultato? “La causa è stata rinviata a giugno 2015”… l’avvocato sbianca e se ne va. Dopo vari appostamenti riusciamo anche noi ad accedere ai fascicoli!!!… non c’è …il nostro fascicolo non c’è!!!! Ma allora la nostra causa potrebbe essere stata rinviata!!! Ci mettiamo alla ricerca di ogni possibile indizio, che dalla lista ci faccia capire: qualcosa… segni, pallini neri, sottolineature, stelline, asterischi….niente!!! non ci si capisce niente!!!!! Improvvisamente aprendo un foglietto piegato e spiegazzato affisso in un angolo della bacheca scopriamo che la nostra causa è stata rimandata….maggio 2015!!!! Merda merda merda!!!! tutto tempo perso. Il tempo di dare assistenza legale e spirituale al Rumeno che cercava di dare un senso a quella bolgia, che è tempo di andare…inutile restare. Usciamo e ritorniamo alla vita reale…un caffè e ci salutiamo…appuntamento alla prossima battaglia.

 

Commenti

Ragazzi, non ho parole, siete impagabili, ammirevoli, essendo onesto amche con me stesso, confesso che io non sarei mai riuscito a fare quello che voi fate ,in un modo cosi disinteressato, attento, a scapito della vostra vita privata..lo so ,è da sempre che lo fate…e io da sempre riconosco quanto siate belli e irragiungibili…Grazie, Eugenio, grazie Roberto, a voi e agli atri ….che vi affiancano, che con costanza e dedizione ancora seguite sto branco de ragazzi maldestri e insicuri..

Ivano Incagnola

Confermo pienamente quello che dice IVANO, non ho parole per quello che fate.

Angelo Renato Bassi