Visita ad un amico

 
Domenica 1 dicembre sono andato a trovare Marco Checchi, volevamo vederci e parlare un po’, così ho preso il treno e sono andato. Marco mi aspettava nel giardino del suo condominio alla periferia di Firenze. Ha da poco superato l’ennesima traversia, la gamba rimasta ha avuto una terribile infezione e veniva curata per un problema di circolazione, grazie alla dottoressa sostituta del medico che ha capito il problema e riuscito a superarlo, non posso immaginare se durava un’altro po’ cosa sarebbe successo. L’aria era fredda e lui era un po’ che stava lì, non vedeva l’ora di vedermi, era in compagnia di un delegato sindacale della CocaCola. Abbiamo parlato di tutto, sempre senza lamentarsi per quello che gli è successo, con uno sguardo al futuro che è degno di un ventenne. Non l’ho mai sentito piangersi addosso (e si che ne aveva di ragioni), neanche i giorni successivi all’incidente. Dopo aver sommerso il delegato della CocaCola con le nostre storie, siamo andati al bar a prendere un aperitivo, Guidavo io la carrozzella e ogni tanto finivo contro un marciapiede o dentro una pozzanghera, e lui: "’ndove cazzo vai bischero!". La prossima settimana andrà a Bologna per mettere la protesi e dovrà rimanerci due settimane per imparare il movimento dell’arto artificiale, nel salutarlo ho fatto una terribile figuraccia, gli ho detto: "Ciao Marco in gamba mi raccomando!" e lui sbottando a ridere: "Certo su una!!" togliendomi dall’impaccio.
 
 

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